Agriristorante al Braglio
NOTIZIE STORICHE E CURIOSITÀ
Il complesso del BRAGLIO sorge nella campagna tra Villaverla e Molina di Malo, accanto all’antica
strada Marana, ora non più strada, ma ridotta a fossato agricolo.
L’ORIGINE DELL’INSEDIAMENTO
Gaetano Maccà, e altri antichi autori che raccontano della storia del vicentino dei primi dell’800,
raccontano in vari libri o trattati che l’insediamento del Braglio risale ai primi del 1300. Il toponimo
“Braglio”, certamente molto antico, deriva dal longobardo “Braida”, nome che in origine
significava distesa di terreno, piano e recintato, destinato a frutteto e vigneto.
L’EVOLUZIONE DEL COMPLESSO NEGLI ANNI
Renato Cevese, noto storico vicentino, data l’attuale villa, tra la fine del ‘600 e i primi del ‘700; nel
corso dei lavori di ristrutturazione, esaminando le strutture, sono state rinvenute tracce di un
precedente impianto con parti di grandi arcate inglobate nell’attuale muratura; queste atipicità
sono giustificabili solamente con la necessità di riutilizzare le strutture preesistenti, le quali
testimoniano che l’origine dell’edificio è molto più antico di quanto la veste stilistica, visibile
attualmente, non testimoni.
Questo fa presumere, che prima della creazione dell’attuale villa, ci fosse un grande complesso
agricolo.
Con la radicale TRASFORMAZIONE DEI PRIMI DEL ‘700, che porta all’attuale impianto,
presumibilmente grazie all’acquisizione dei Chilesotti, si è venuta a creare una villa di campagna
per il soggiorno estivo dei proprietari; probabile, di questo periodo, la costruzione della casa per
l’alloggio dei contadini, la scuderia, le stalle, la colombara, i vari annessi e la chiesetta a confine
con il brolo.
Il massimo splendore dovrebbe essere avvenuto verso i primi dell’800, periodo di grande sviluppo
agricolo, quando la proprietà è passata ai Marzotto. Nel complesso del Braglio, in quel periodo,
trovavano lavoro e dimora oltre 100 persone, distribuite nei vari corpi, questo giustificherebbe la
presenza certa di un cappellano che celebrava sei messe la settimana. Nello stesso periodo sono
state affrescate alcune sale del corpo villa, al piano terra e al primo piano, con scene tratte dalla
mitologia greca.
IL CORPO CENTRALE DELLA VILLA
Renato Cevese, nel descrivere la villa, asserisce: “la villa fu costruita e progettata non da un
architetto, ma da un semplice capomastro del luogo, non eccessivamente esperto nel
combinare e subordinare i vari elementi architettonici collocati senza una precisa gerarchia di
valori”.
COMPOSIZIONE DEL COMPLESSO
Si tratta di un interessante complesso rurale composto da più corpi edilizi:
• un corpo principale, la villa a tre piani che all’origine era l’abitazione padronale, con annesso
porticato a due piani, in esso è contenuta la scuderia, la cosiddetta “tinassara” (locale dove
si produceva il vino), le ampie e interessanti cantine, la barchessa laterale;
• da un corpo secondario composto da un porticato con annesso fabbricato a due piani ad
uso abitazione, con tipica colombara a tre piani;
• il complesso è inoltre caratterizzato dalla presenza di una bellissima chiesetta posta sul
perimetro esterno della recinzione del giardino;
• a sud della chiesetta, fuori dal a perimetro della villa esisteva una casa per i fittavoli trovata
in completa rovina, ora ristrutturata;
• oltre alla parte edificata il complesso è provvisto di un ampio terreno circostante di pertinenza
ad uso agricolo.
Il GIARDINO
L’elegante spazio antistante la villa è all’italiana, con la classica fontana rotonda in pietra di
Vicenza, pavimentazione in ghiaino e piantumazioni con essenze tipiche dei giardini di quel
tempo, quali il Boxus, il Taxus baccata, la Magnolia grandiflora, la Tracbycarpus fortunei (palma), il
Nespolo del Giappone, l’Oleandro, il Glicine, le Rose, le Ortensie, le Canne indiche ecc.
BREVI NOTIZIE SULL’INIZIO DEL RESTAURO
Dagli anni 2000 inizia la seconda fase del restauro, nella quale gli architetti Alberto Zannini e Lelio
Contin sono stati chiamati e coinvolti come tecnici in questa interessante avventura progettuale
ed esecutiva; il corpo villa principale con l’adiacente annesso è stato parzialmente completato
con varie opere strutturali e di finitura.
Da poco è iniziata la sistemazione delle tre sale principali, che si intende utilizzare come sale da
pranzo; in quella centrale è stato restaurato e recuperato ciò che resta degli affreschi originali
fortemente danneggiati dall’abbandono e dall’incuria; si presume siano stati eseguiti tra la fine del
1700 e gli inizi del 1800, tuttavia nessun documento scritto ci permette di attestarne la data di
esecuzione, il committente e l’autore; negli affreschi sono rappresentate scene tratte dalla
mitologia greca che in quei tempi spesso si usava raffigurare.
CONCLUSIONI:
L’intento generale del progetto di restauro e recupero funzionale è stato quello di riproporre la
tipologia della villa di campagna con i relativi annessi,
rendendo il complesso il più possibile compatibile con l’attività di ristorazione, che, a ragion del
vero, ben si presta a questo tipo di immobile. Nel suo insieme il complesso rappresenta un
patrimonio di cultura contadina tipica dell’entroterra vicentina. Da un punto di vista tecnico-
progettuale gli intenti e gli obiettivi sono stati i medesimi, ossia il recupero delle tipologie, dei
materiali, degli spazi di un tempo, rivisti in funzione delle attuali esigenze dell’attività che si è
insediata, ed ai vincoli delle non poche normative di legge.